Il mio Giardino Digitale
Al momento in cui scrivo sono passati poco più di due mesi da quando ho cominciato a utilizzare attivamente Obsidian. Oggi ho letto per la prima volta l’espressione Digital Garden, e ho deciso di provare a costruirne uno.
Che cos’è un Digital Garden?
Un Giardino Digitale è un ibrido tra un raccoglitore di note e un blog. A differenza di quest’ultimo, nel quale i post raggiungono il termine del loro sviluppo una volta pubblicati, in un Digital Garden le note pubblicate continueranno a essere rifinite e coltivate, raccontando delle storie mutevoli nel tempo, senza la necessità di vincolarle temporalmente a una data di pubblicazione specifica, o di racchiuderle in un articolo esauriente e autoconclusivo. [1][2]
L’idea di base è quindi quella di svincolarsi dai ritmi e dalle costrizioni tipiche di un classico blog, e abbracciare un approccio più rilassato e meno sistematico.
La mia esperienza con i blog
Avete mai avuto quella sensazione di attrazione morbosa verso uno strumento di cui intravedete le enormi potenzialità, e il successivo annullamento di qualsiasi capacità di utilizzo dello stesso a causa di un overflow (traboccamento, straripamento) di idee di fronte alle quali non sapete come agire?
A me succede continuamente. Mi è capitato con lo sviluppo software, la modellazione 3D, lo sviluppo di videogiochi. Mi è capitato recentemente quando mi sono avvicinato a Dungeons & Dragons, e sopraffatto dalle infinite possibilità dello sviluppo di una campagna, ho finito per ripiegare su avventure già scritte (cosa che forse è bene fare comunque all'inizio, ma questa argomento lo tratterò in un altra nota).
È come quando si ha del tempo libero e tante cose da fare da non riuscire a sceglierne una. Si finisce per consumare la maggior parte del tempo nel decidere cosa fare, e si finisce per non fare niente.
Un po’ come riempire un bambino di giocattoli. Ne sceglierà un paio con cui giocare, e tralascerà gli altri.
Nonostante stessi valutando di dare un nome interessante a questa condizione, pare che esista già: paralisi da analisi. Sono deluso dal fatto che non esista una parola macedonia come wanderlust o simili.
Ma insomma, cosa c’entra la paralisi da analisi con il Digital Garden?
Fin da piccolo sono sempre stato affascinato dal pensiero di poter raccogliere in un diario tutti i miei pensieri. Un diario personale, segreto, in cui registrare e conservare… niente. Vuoto totale.
Ogni volta che ho avuto tra le mani un oggetto simile, mi sono sempre chiesto: ho veramente qualcosa da dire? E anche se fosse, come lo dico? Con chi parlo? Scrivo in prima o in terza persona? Mi rivolgo a me, o a un ipotetico lettore? Ma poi il diario finisce, devo stare attento a quello che scrivo. Cioè, se scrivo cose stupide poi l’ho sprecato.
Ed eccomi qua, una ventina di anni dopo, senza aver mai tenuto un diario.
Con l'espandersi di internet e la diffusione del fenomeno dei blog, il mio desiderio di riportare le idee su un mezzo attraverso la scrittura si è convertito in digitale. È così che, parallelamente all'apertura di un canale YouTube di Gaming, nel corso del tempo ho provato a dire la mia su diversi blog, nati e morti dopo un paio di articoli. Tra quelli che ricordo di aver avviato ci sono:
- Discovery Blog
- blog.rubenspischedda.it
- Un altro blog su WordPress, forse hostato su Altervista, che non riesco più a ritrovare (probabilmente è stato archiviato)
Ognuno di questi non conta più di 5 articoli. Perché non ho mai portato avanti questi progetti? Le ragioni sono molteplici.
Un po' per questioni di tempo e interesse. Semplicemente ho sempre trovato qualcosa che mi interessasse di più rispetto a scrivere articoli su un blog, che ho sempre cercato di impostare con toni divulgativi, e quindi con una certa preparazione e cura precedente alla pubblicazione.
Mancanza di un target. Nonostante lo sforzo di approfondimento che avrei fatto durante la stesura degli articoli, non ho mai avuto intenzione di pubblicizzarmi per raggiungere un pubblico. L'idea era quella di scrivere per me e, in questo senso, impegnarmi in qualcosa che non avrebbe dato alcun ritorno mi è sembrato inutile.
D'altra parte, il blocco dello scrittore è una cosa che ha sempre fatto parte di me, è ha avuto un ruolo abbastanza grande nel frenarmi da portare avanti un progetto come un blog. In generale non ho molte idee creative, e quelle che ho vengono puntualmente demolite da fattori quali insicurezza e perfezionismo, che caratterizzano ogni mio lavoro.
Per questi motivi, davanti a un foglio (o schermo) bianco (o nero, se in Dark Mode), la maggior parte delle volte non sono mai riuscito neanche a iniziare a scrivere qualcosa e, se l'ho fatto, probabilmente ho buttato la bozza poco dopo.
Perché un Digital Garden dovrebbe essere diverso?
Onestamente non lo so, ma dopo l'esperienza con Obsidian, che mi sta insegnando pian piano a lasciar perdere la perfezione la schematicità delle cose, è possibile che riesca a lasciarmi un po' andare e buttare su (internet) delle idee senza preoccuparmi troppo del cosa, come e quanto.
Non credo che riuscirò ad abbandonare il modello cronologico di ciò che scrivo, né sono sicuro di voler lasciare le note alla rinfusa nel menù come alcuni suggeriscono. Ma l'idea di creare una sorta di Wiki personale mi sembra troppo interessante per fermarmi per l'ennesima volta di fronte alla paralisi da analisi del decidere come impostare tutto il sistema. Panta rei, facciamo scorrere anche questo progetto.